Nicole Stella - L'Isteria

Abbiamo occhi secchi di pianto:
siamo le matte, e un improbabile canto
ci tiene sveglie, ci cammina accanto
da che la morale è segnata dal vanto

di illustri dottori che siedono scanni
troppo lontani per vedere gli affanni
della nostra vita, distrutta e inumana,
mentre qualcuno ci chiama "puttana".

Vestiamo maschere ben congegnate
di idee inespresse e parole annegate.
Ci disegnano i volti a tratti di follia,
ci curano i vizi a forza di agonia.

Perché questa cosa chiamata isteria,
ancora incompresa come la fantasia,
ci incatena strette a lenzuola di vita,
lasciata scorrere tra deboli dita.

Adesso che il tempo è proprio passato,
contando i giorni per ogni peccato,
stiamo un po' meglio, ma ancora incomprese
ci trasciniamo tra ore inattese.

Se allora ci fosse già stato chiaro
che il tempo avrebbe poi reso ignaro
quelle quattro voci, rumorose e inesatte,
saremmo state ancora più matte.

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